e livemente sopite
le sere a stagnare
le sere a strafare,
farsi, ridere, stringere,
tessere.
Era così che lo ricordavi?
Venere delle mie stronzate
così lontana e inarrivabile.
Il vento stantìo schiantandosi urlava
fra le fronde secche:
"Chi sei?"
Non risposi.
Stetti zitto.
Simone Campana
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