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sabato 14 maggio 2011

Belladonna

Atropa
radice
di venature assetate.
L’edera si staccava
dai veli dei tuoi marmi
e le luci sterili ti vestivano
adombrandoti.
Asetticamente sudicia
si schiudeva la tua bellezza
di fronte alle folle,
gremite tra i salici e le chiese,
la ghisa e le pozzanghere.
Non riuscivano a vederti.
Disperso ti seguivo su tutta te stessa,
menade delle mie notti,
d’incanto e di furore.

Mi ero perso tra i tuoi vicoli,
la luce non bastava.
Ma tu eri lì
e non smettevi di guardarmi,
in piazza Fontana.

Simone Campana

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